Effetto dell’intervento PCI sulla qualità di vita nei pazienti con malattia coronarica stabile
Non è stato chiaramente stabilito se l’intervento coronarico percutaneo ( PCI ) possa fornire un beneficio riguardo alla qualità di vita superiore a quello che può offrire un trattamento medico ottimale tra i pazienti con malattia coronarica cronica.
I Ricercatori dello studio COURAGE hanno assegnato in modo casuale 2.287 pazienti con malattia coronarica stabile ad intervento PCI con terapia medica ottimale, oppure alla sola terapia medica ottimale.
E’ stato valutato lo stato di salute angina-specifico ( con l’impiego del Seattle Angina Questionnaire ) e la funzione fisica e mentale ( con l’uso di RAND-36 ).
Al basale, il 22% dei pazienti non presentava attacchi anginosi.
A 3 mesi, episodi di angina non erano stati osservati nel 53% dei pazienti nel gruppo PCI e nel 42% di quelli con solo terapia medica ( p
Il punteggio medio al basale del Seattle Angina Questionnaire era 66 per le limitazioni fisiche, 54 per la stabilità dell’angina, 69 per la frequenza dell’angina, 87 per la soddisfazione relativa al trattamento e 51 per la qualità di vita.
A 3 mesi, questi punteggi sono aumentati nel gruppo PCI, rispetto al gruppo terapia medica a 76 versus 72 per la limitazione fisica ( p=0.004 ), 77 versus 73 per la stabilità dell’angina ( p=0.002 ), 85 versus 80 per la frequenza dell’angina ( p
In generale, i pazienti hanno presentato un crescente beneficio dall’intervento coronarico percutaneo per 4-6 mesi, i pazienti con forma più grave di angina hanno presentato un maggiore beneficio dal PCI.
L’intervento coronarico percutaneo ha prodotto anche benefici in alcuni ma non in tutti i domini RAND-36.
A 36 mesi, non è stata riscontrata alcuna significativa differenza nello stato di salute tra i gruppi di trattamento.
In conclusione, tra i pazienti con angina stabile, sia quelli trattati con PCI che quelli sottoposti solamente a terapia medica ottimale, hanno presentato considerevoli miglioramenti nello stato di salute durante il periodo osservazionale.
L’intervento coronarico percutaneo ha offerto significativi benefici, seppur piccoli, che sono scomparsi, a 3 mesi. ( Xagena2008 )
Weintraub WS et al, N Engl J Med 2008; 359: 677-687
Cardio2008